Donnerstag, 21. Februar 2008

Provincia di Mafia

Cade inesorabilmente, mattone dopo mattone, il muro di segreti e di omissione. Il clan Lo Piccolo, cosca egemone di Palermo dopo la cattura di Bernardo Provenzano, quotidianamente viene annichilita dalle confessioni dei pentiti che stanno rivelando tutto, coscienti dell'avvenuta sconfitta.
Ieri gli investigatori della squadra Mobile di Palermo hanno reso noto d'aver localizzato il covo dove il boss Salvatore Lo Piccolo e il figlio Sandro, avrebbero trascorso gli ultimi sei anni della loro lunga latitanza.
Il rifugio, individuato grazie alle indicazioni del collaboratore Gaspare Pulizzi, arrestato insieme ai Lo Piccolo in una villa di Giardinello (Pa), si trova a Terrasini, comune balneare a 30 km da Palermo e a poca distanza dal luogo della cattura. Si tratta di una grande villa a due piani, che si trova nei pressi della strada statale, a poche decine di metri da un supermercato della catena Sisa.

Nel rifugio, i Lo Piccolo avrebbero vissuto insieme con una famiglia di tre persone, e da queste avrebbero preso in affitto la villa. Un uomo e una donna, ieri mattina, si sono presentati in procura accompagnate dal proprio legale. Secondo indiscrezioni, i due, marito e moglie, interrogati dai magistrati, prima hanno negato, poi lo hanno ammesso tutto: sono stati loro a ospitare i capimafia. I due indagati, dei quali non sono ancora note le generalità, avrebbero accolto e tenuto con sè i Lo Piccolo per almeno tre anni, come rivelato nel corso dell'interrogatorio di tre ore a cui sono stati sottoposti, da parte del pm Francesco Del Bene.
I congiugi, che sono stati sentiti separatamente, hanno spiegato che pur non conoscendo i Lo Piccolo, che usavano nomi fittizi, avevano intuito che si trattava di persone alle quali non era possibile opporre un rifiuto, senza andare incontro a seri pericoli. Per questo, hanno sostenuto, non li avrebbero denunciati. Nemmeno dopo avere riconosciuto le foto dei due latitanti sui giornali.
L'ipotesi di reato a loro carico è quella di favoreggiamento, con l'aggravante di Cosa Nostra, e di procurata inosservanza di pena.
Nella villa, che è già stata sottoposta a un'accurata perquisizione, sono stati ritrovati alcuni oggetti personali appartenenti ai mafiosi, ma, pare, nessun documento utile alle indagini. Gli inquirenti ritengono che il covo sia stato "ripulito"subito dopo la cattura dei due Lo Piccolo, probabilmente dall'altro figlio del boss, Calogero, anche lui arrestato ma il 16 gennaio scorso nell'operazione denominata "Addio Pizzo".